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La Follia

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Introduzione
Secondo una concezione comune, la follia è l’agire senza ragione, il compiere atti irragionevoli, il completo abbandono di ogni criterio di giudizio razionale. Infatti, colui il quale ha perso il proprio senno, non è consapevole di sé, si sente ambizioso, forte ma i suoi fallimenti lo portano ad essere spesso furioso ed inconsapevole dell’errore che commette abbandonandosi alla follia. Il significato letterale è “uno stato di alienazione mentale determinato dall’abbandono di ogni criterio di giudizio; pazzia, demenza”. Ludovico Ariosto presenta il tema della follia nel ‘Orlando furioso’ con una doppia distinzione: Il primo indica la pazzia di un uomo che si comporta in maniera inusuale, scherzando con la propria intelligenza, mentre la seconda indica un atteggiamento incontrollabile e dannoso poiché spesso porta l’uomo alla violenza. Ariosto, narra della follia che affligge vari personaggi tra cui la gelosa Bradamante, conte Orlando e lo stesso poeta confessa di essere vittima della follia amorosa. Orlando, inizialmente è pazzo d’amore ma, questa forma di follia scaturisce negativamente quando l’eroe scopre dell’amore della tanto amata Angelica per Medoro. Questa scoperta prima lo porta ad auto convincersi che tutto ciò non può essere reale, a credere che quel che crede non sia vero ma, quando un pastore gli dà la conferma di quel che più temeva il conte urla, sradica gli alberi e perde totalmente il proprio senno e ciò è tutto dire dato che Orlando era un uomo molto saggio.

Tesi
Io personalmente sono a favore dell’elogio alla follia, certamente è un’arma a doppio taglio però allo stesso tempo essa ha permesso a vari personaggi durante il corso della storia a spingersi oltre i propri limiti. Il teologo Erasmo da Rotterdam sul tema della follia elabora un saggio nella quale la descrive e rappresenta in maniera allegorica come una dea in vesti di donna, posta all’origine di ogni bene sia per l’umanità, sia per gli stessi dei che riceverebbero al pari dei mortali i suoi doni. L’Elogio della Follia è un saggio straordinariamente attuale nonostante sia stato scritto durante il periodo del umanesimo che presenta un elemento chiave determinante: la stoltezza la quale si trasforma nella saggezza della natura, pronta a soccorrere l’uomo in preda alla conoscenza. Erasmo infatti afferma che “i più fortunati sono coloro che riescono a tenersi lontani da qualunque disciplina per seguire la sola guida della natura che in nessuna parte è difettosa”. Il filosofo olandese capovolge dunque le consuete opinioni di saggezza e stoltezza. C’è una sola saggezza che aderisce perfettamente alla natura e che solo la stoltezza rende possibile, perché tutte le passioni sono un prodotto della follia. La distinzione tra saggio e folle a questo punto può essere descritta in questo modo: il primo si fa guidare dalla ragione, il secondo dalle passioni.

Un esempio italiano di come la follia possa portarci oltre ai propri limiti è Gabriele D’annunzio, Di certo Gabriele D’Annunzio fu una personalità complessa, un po’ folle, a tratti depresso. Negli anni del fascismo fu considerato il Vate d’Italia


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